Questo documento è stato commissionato e redatto, tra la seconda metà del 1995 ed i primi mesi del 1998, dalle associazioni nazionali degli urbanisti e dagli istituti di urbanistica di undici paesi dell’Unione Europea – Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna – che costituiscono il Consiglio Europeo degli Urbanisti (CEU).
Jed Griffiths, Charles Lambert (Presidente onorario del CEU e coordinatore del gruppo), Flemming Thornæs e Alexander Tripodakis hanno formato il gruppo che ha curato la stesura finale del documento.
I membri corrispondenti del Consiglio Europeo degli Urbanisti di Cipro, Polonia, Svizzera, Turchia ed Ungheria hanno fornito importanti contributi al lavoro.
Premessa
Durante la stesura di questa Carta, il Consiglio Europeo degli Urbanisti era consapevole sia della profonda influenza che la Carta di Atene del 1933 ha esercitato, sia della debolezza dei modelli e dei piani che sono stati risultato della sua applicazione concreta. Si è deciso quindi di redire una nuova Carta, con contenuti più adeguati ai problemi che prevedibilmente caratterizzeranno i prossimi decenni .Essa pone i cittadini al centro del processo di formazione delle politiche. La Carta esprime il principio che l’evoluzione delle città dovrebbe essere l’esito combinato di una varietà di forze sociali e di azioni poste in essere da attori che recitano un ruolo chiave della società civile. Nell’ottica del Consiglio Europeo degli Urbanisti l’attività di pianificazione necessita di un nuovo telaio strutturale tale da soddisfare i bisogni culturali e sociali delle generazioni presenti e future.
In un contesto in continua evoluzione il ruolo professionale degli urbanisti, in quanto coordinatori e mediatori affidabili, resta cruciale .L’elemento fondamentale di una nuova Carta, si suggerisce, dovrebbe essere un diffuso interesse per la struttura delle città e della società, dove il pianificatore gioca non certo il ruolo del Grande Maestro, ma piuttosto quello di colui che rende possibile lo sviluppo e ne è il coreografo. Nel definire il nuovo ruolo delle città, gli urbanisti devono condividere ed incoraggiare il dialogo con altri partner a livello locale, nazionale ed europeo. Sempre più nell’attività di pianificazione saranno coinvolti attori diversi. In questo processo, il ruolo degli urbanisti è quello di fornire una visione per il futuro delle città e di dare maggiore consapevolezza ai cittadini di domani.
Se intendiamo l’attività di pianificazione come un processo continuo, questa Carta è solamente un punto di partenza. Sulla base delle analisi contenute in questo rapporto, il Consiglio Europeo degli Urbanisti ha elaborato un numero ristretto di indirizzi e di raccomandazioni che sono rivolti ad urbanisti, politici e a tutti coloro che si preoccupano del futuro delle città europee. Questi principi sono esposti nella terza parte del documento. Si conviene sul fatto che le raccomandazioni dovrebbero essere riviste a scadenze regolari e che il documento dovrebbe essere aggiornato e riformulato ogni quattro anni così da riflettere costantemente i cambiamenti che intercorrono nella teoria e nella pratica urbanistica in Europa.
In breve, questa nuova Carta si propone di definire
- l’Agenda urbana corrente (I Parte)
- il ruolo della pianificazione nel perseguire gli obiettivi dell’Agenda (II Parte), nonché di
- indicare alcuni principi guida cui dovrebbero ispirarsi, a tutti i livelli, gli urbanisti, i politici e gli amministratori locali.(III Parte)
L’agenda urbana attuale per le città nel loro contesto ambientale
Introduzione
1.1 Attualmente le città europee devono confrontarsi con una serie di problemi e di sollecitazioni che è indispensabile siano affrontati dalla pianificazione urbanistica. Nel corso degli anni ’90 vari documenti proposti dalla Commissione europea e la Conferenza Habitat II, svoltasi nel giugno 1996 ad Istanbul per iniziativa delle Nazioni Unite, hanno contribuito a tracciare l’insieme dei temi contenuti nell’agenda urbana.
Fra i più significativi documenti predisposti dalla Commissione europea ricordiamo:
- Il Libro Verde sull’ambiente urbano (1990);
- Europa 2000: Prospettive per lo sviluppo del territorio della Comunità europea (1991);
- Europa 2000+: Cooperazione allo sviluppo del territorio europeo (1994);
- Città Europee Sostenibili: Rapporto del gruppo degli esperti sull’ambiente urbano (1996);
- Schema di sviluppo dello spazio europeo (1997);
- Verso un’agenda urbana nell’Unione Europea (1997).
1.2 L’ultimo documento citato è stato pubblicato dalla Commissione europea in forma di comunicazione, con richiesta di commento. In esso veniva riconosciuta la necessità di sviluppare una più adeguata strategia per lo sviluppo urbano in Europa, nel quadro delle competenze e delle politiche dell’Unione europea. Per il 1998 la Commissione intende predisporre un Forum urbano allo scopo di trattare le questioni in modo più dettagliato e di promuovere un insieme di azioni positive.
1.3 Questi documenti hanno definito un insieme di temi connessi con l’agenda urbana emergente. In particolare essi richiamano l’attenzione sulla necessità di promuovere azioni in quattro settori chiave, ovvero di:
- favorire la competitività economica e l’occupazione;
- favorire la coesione sociale ed economica;
- incrementare lo sviluppo dei trasporti e delle Reti Transeuropee;
- promuovere lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita.
1.4 Le considerazioni che il Consiglio Europeo degli Urbanisti ha sviluppato in proposito sono illustrate nei paragrafi che seguono, ordinate per argomento. Pur accogliendo molte delle preoccupazioni indicate dalla Commissione europea, è parso opportuno aggiungere alcuni punti che sono sembrati particolarmente pertinenti.
Aspetti demografici ed insediativi
1.5 Nel corso degli ultimi cinquant’anni la struttura demografica dell’Europa si è profondamente trasformata. Sebbene la crescita del tasso di natalità sia risultata assai più contenuta rispetto a quanto temuto, il numero delle famiglie è cresciuto in modo considerevole. Il fenomeno é dovuto ad un insieme di fattori concomitanti: un aumento dei divorzi, matrimoni che avvengono in età più avanzata rispetto al passato, un numero crescente di nuclei familiari composti da una singola persona, una popolazione mediamente più longeva, standard di vita più elevati. Occorre dunque trovare una risposta alle numerose domande circa la distribuzione e la composizione delle nuove famiglie in Europa, nonché le modalità attraverso cui garantire loro una sistemazione proteggendo, allo stesso tempo, l’ambiente. Il quadro può risultare ulteriormente complicato dall’andamento dei flussi migratori internazionali, specialmente all’interno dell’Europa, in considerazione di un loro probabile incremento causato dalla liberalizzazione del mercato del lavoro. Anche l’insieme degli spostamenti della popolazione ed il turismo di massa eserciteranno una certa influenza.
1.6 Sebbene nelle città europee vi sia una consolidata tradizione nella realizzazione di interventi di edilizia sociale, molto può ancora essere fatto per assicurare un’abitazione, un lavoro e servizi sociali per coloro che non hanno una casa, per i poveri, gli anziani, le famiglie monoparentali e le minoranze etniche. Questi problemi sono una componente importante della pianificazione urbana e rappresentano una grande sfida per il futuro.
I temi sociali
1.7 In parallelo rispetto ai cambiamenti nella struttura demografica vi è stata anche una radicale trasformazione nella struttura sociale delle città europee. Si sta progressivamente riconoscendo quanto la vivacità di una città debba moltissimo alla varietà dei gruppi sociali, in termini di età, appartenenza etnica e livello di benessere. Se da una parte zone dove convivono diverse culture, generalmente presenti nelle città di antica formazione, possono determinare una spiccata vitalità a livello sia sociale che economico, dall’altra in alcune città ci sono situazioni evidenti di indigenza, povertà ed emarginazione, spesso concentrate in certi quartieri.
1.8 Allo stesso tempo sono cambiati rapidamente anche gli stili di vita e la domanda abitativa nonostante il divario considerevole esistente fra le regioni per quel che riguarda le caratteristiche della pianificazione e l’offerta abitativa, soprattutto per via delle differenze di carattere culturale, di stile di vita e per il diverso clima. I problemi che incontrala pianificazione riguardano la sostenibilità sociale, nel registrare la tendenza alla diversità ed al pluralismo e nell’essere più attenti ai bisogni di un più vario insieme di gruppi in seno alla popolazione. Attraverso strategie coordinate di rivitalizzazione della comunità, la pianificazione urbanistica dovrà rivestire un ruolo decisivo nella riduzione del problema dei senza tetto, dei poveri e degli emarginati.
1.9 Eventi recenti, in particolare l’Earth Summit svolto sia Rio de Janeiro e la Conferenza Habitat II tenutasi ad Istanbul, hanno confermato il ruolo sempre più importante e le finalità della pianificazione in relazione agli obiettivi di coesione sociale. Sebbene la pianificazione non possa porre rimedio a tutte le questioni che affliggono lo sviluppo delle città, dai pianificatori – professionisti e studiosi – ci si attendono soluzioni radicali nella creazione di nuovi modelli di attività urbane in relazione alla domanda sociale e culturale delle generazioni future.
Cultura ed istruzione
1.10 Nel contesto di una società tecnologicamente sempre più avanzata, vi è una crescente domanda di attrezzature per lo svago ed il tempo libero. E’ probabile che i cittadini europei avranno a disposizione più tempo libero, meno ore spese sul posto di lavoro ed una maggiore aspettativa di vita. Il tempo libero ed il turismo urbano sono attività in rapido sviluppo all’interno dell’Unione europea ed il patrimonio culturale delle città è una componente essenziale di questo fenomeno; insieme essi esercitano una fortissima pressione sui siti storici e sugli spazi delle aree urbane.
1.11 Il patrimonio storico è un elemento chiave nella definizione della cultura e del carattere dei cittadini europei, se confrontati con altre regioni del globo. Per la maggioranza dei cittadini e dei turisti il carattere di una città è dato dalla qualità dei suoi edifici e degli spazi che essi racchiudono. In molte città la struttura urbana, che includeva molti beni storici e culturali, è stata compromessa da piani di riordino inadeguati, dalla realizzazione di nuove strade e da speculazioni immobiliari dissennate. In futuro dovranno esserci sforzi coordinati per la salvaguardia delle risorse del patrimonio storico e la promozione di azioni esemplari volte alla conservazione ed alla comprensione di questo patrimonio. Queste azioni, insieme a una strategia spaziale appropriata, sono essenziali per il benessere delle città di domani e l’espressione della loro identità e dei loro caratteri peculiari.
1.12 L’istruzione sarà un altro elemento chiave dello sviluppo urbano. Essa non garantisce soltanto l’apprendimento delle capacità scolastiche di base – leggere, scrivere e fare di conto – ma stimola anche la sensibilità verso la propria storia e l’orgoglio civico. L’istruzione dà ai cittadini la capacità di interpretare la città, di ricavarne le informazioni essenziali e di apprendere le regole della cittadinanza; inoltre essa offre l’opportunità di partecipare più attivamente alla vita cittadina ed al processo di formazione delle decisioni.
La società dell’informazione
1.13 La rivoluzione in atto nel settore delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni elettroniche sta già avendo un evidente effetto sul funzionamento delle città. Si attendono ulteriori cambiamenti nella riduzione del bisogno generale di viaggiare, nella trasformazione dei luoghi di lavoro e nell’accrescimento della capacità dei cittadini di accedere rapidamente alle informazioni e di comunicare in modo efficace. L’innovazione tecnologica in questi settori migliorerà prevedibilmente la qualità del sistema educativo grazie a maggiori opportunità per l’apprendimento a casa e lo studio a distanza. In termini di uso del suolo, tuttavia, l’effetto più evidente potrà riguardare il venir meno della necessità di disporre di uffici e di strutture industriali di grandi dimensioni, con la conseguente riduzione della domanda di aree nelle città. Ciò potrà inoltre facilitare il processo verso una maggiore diversificazione dello sviluppo ed un’accresciuta interazione sociale.
1.14 In termini generali, la rivoluzione informatica avrà probabilmente un effetto positivo sullo sviluppo futuro delle città. Purtuttavia ci sarà bisogno di guardarsi dai possibili risvolti negativi, includendo tra questi l’isolamento sociale e la divisione tra coloro che disporranno di un facile accesso alle informazioni e coloro che ne saranno esclusi e che potranno sentirsi emarginati rispetto ad altri gruppi sociali. Le autorità municipali avranno il compito di assicurare che i benefici siano disponibili per tutti, allo scopo di migliorare la comprensione della città da parte dei suoi abitanti.
L’ambiente
1.15 Nel corso dell’ultimo decennio il tema dello sviluppo sostenibile si è imposto come problema chiave della pianificazione. Vi è un bisogno riconosciuto di applicare i principi dello sviluppo sostenibile quale parte integrante della pianificazione e dello sviluppo urbano. Le città contemporanee producono un considerevole quantitativo di rifiuti e l’inquinamento conduce ad un generale deterioramento nella qualità della vita e negli standard di vita. La sostenibilità delle città è una delle grandi sfide con cui dovranno confrontarsi gli urbanisti nel XXI secolo. Allo stesso modo in cui si chiede di contrastare il decadimento degli standard ambientali, così vi è la necessità di proteggere il patrimonio culturale delle città, gli spazi aperti, la rete di aree verdi ed i paesaggi culturali dei centri urbani e dei loro dintorni. La tutela della biodiversità è in una fase critica e riguarda nella stessa misura le città e le aree rurali. Il risparmio energetico sarà un’importante componente degli schemi teorici alla base dell’urbanistica di domani. Tutti questi temi hanno ottenuto un riconoscimento a livello internazionale nel corso dell’Earth Summit del 1992, della Conferenza delle Nazioni Unite Habitat II del1996, e negli obiettivi della Campagna Europea per le Città Sostenibili.
Economia
1.16 Le questioni economiche hanno sempre esercitato una profonda influenza nello sviluppo delle città. Negli ultimi vent’anni la struttura dell’economia dell’Unione europea ha subito un rapido cambiamento. Lo sviluppo è stato caratterizzato da due fasi di recessione che hanno interessato sia le imprese manifatturiere che il terziario, sia il settore pubblico che quello privato. In Europa le attività economiche saranno ancora concentrate, per la maggior parte, nelle città, ma alcuni processi potranno in futuro avere riflessi sulla pianificazione. Lo sviluppo economico, con la cooperazione tra settore pubblico, settore privato e volontariato (terzo settore), eserciterà un ruolo fondamentale, ma questo richiederá processi rigorosi e trasparenti nonché l’azione di professionisti capaci, tra cui gli urbanisti.
1.17 In generale ci si attende che il processo di ristrutturazione dell’economia proceda rapidamente. A livello macro economico vi sarà una crescente competizione tra città nell’attrarre lavoro, sia a livello nazionale che internazionale, così come avviene, ad esempio, nei paesi che si affacciano sul Pacifico. Senza dubbio la rivoluzione che caratterizza le tecnologie informatiche e le telecomunicazioni alimenterà questo processo. La struttura organizzativa proseguirà nei suoi cambiamenti, con la più ampia diffusione del lavoro a tempo parziale (part-time), del lavoro interinale (time-sharing) e dei contratti a breve termine che interesseranno un numero crescente di persone. A livello internazionale vi è una tendenza verso la riduzione della dimensione delle grandi imprese e l’espulsione di un largo numero di lavoratori dal ciclo produttivo, che porta ad una disoccupazione di lungo periodo e di larga scala. Nell’insieme, queste tendenze potranno condurre ad una revisione dei criteri perla localizzazione del lavoro e delle attività economiche nella struttura urbana.
1.18 A livello microeconomico ci si attende un rapido incremento nelle attività economiche locali, di cui si ha già una testimonianza nella crescita di molte piccole e medie imprese in tutta Europa. La spinta politica verso una città più sostenibile significa che più lavoro ed attività produttive dovranno essere create a livello locale, il che contribuirà ad aumentare sia la vitalità urbana che la qualità della vita. L’esperienza dei decenni passati ha mostrato come la pianificazione possa giocare un ruolo essenziale nello sviluppo economico e nella rinascita delle comunità locali. Con il ritmo del cambiamento in costante accelerazione, ci sarà bisogno di un monitoraggio continuo e di un apprendimento riguardo ai cambiamenti sia nell’economia globale che nei mercati locali, in modo da potersi adattare rapidamente alle nuove condizioni.
La mobilità
1.19 Nel 1996 la Commissione europea ha pubblicato il Libro Verde sul Trasporto intitolato “The Citizens’ Network: Fulfilling the Role of Public Passenger Transport in Europe”. Il rapporto mostrava che, ovunque in Europa, il possesso di automobili e l’uso di veicoli sono cresciuti improvvisamente a partire dagli anni ’70 e ci si attende che ciò continui, forse ad un tasso del 200 per cento nei prossimi 25 anni. Un ulteriore peggioramento potrebbe derivare dal desiderio dei paesi dell’Europa centrale ed orientale di adeguarsi agli standard di vita occidentali. Gli effetti di questa rivoluzione nel trasporto sono universalmente visibili, specialmente in termini di inquinamento atmosferico, congestione del traffico, pericoli per la salute ed uso delle risorse non rinnovabili. In termini di forma urbana e di qualità della vita, il trasporto su strada richiede una enorme quantità di aree. Conseguenze generalizzate di tutto ciò sono state l’esplosione delle città verso le aree di cintura e la formazione delle città-regione. Sebbene la mobilità sembri apparentemente accresciuta, in realtà l’accessibilità ai servizi di base da parte dei settori più poveri delle comunità è stata ridotta. In molte città la circolazione sulle strade è dominio dei veicoli, che hanno cosí ridotto lo spazio a disposizione dei pedoni e dei ciclisti.
1.20 I processi attuali non sono più sostenibili e minacciano la cultura e l’ambiente delle città storiche europee. L’urbanistica è chiamata a rispondere in modo positivo a queste pressioni con l’obiettivo di incrementare l’accessibilità creando allo stesso tempo un ambiente di migliore qualità. A livello strategico, l’implementazione della Rete Transeuropea di Trasporto (RTT) realizzerà un migliore accesso alle città, svilupperà nuove attività economiche e consentirà gli scambi tra città e regioni. A livello locale, la pianificazione urbana ha un ruolo importante nell’assicurare che l’uso del suolo e la pianificazione del traffico siano pienamente integrati. Saranno richiesti maggiori investimenti in nuove forme di infrastrutture per il trasporto pubblico nonché in attrezzature e servizi per gli spostamenti a piedi o in bicicletta. I cittadini hanno la necessità di avere maggiori opportunità di scambio tra le diverse modalità di trasporto ed una migliore accessibilità.
Scelta e diversità
1.21 In una società caratterizzata da un crescente livello di globalizzazione, i cittadini del XXI secolo si attenderanno una maggiore possibilità di scelta e di differenziazione nel panorama delle soluzioni abitative, nei prodotti, nei servizi e nelle opportunità che le città avranno da offrire. Come sempre le componenti più organizzate della società saranno capaci di prendere la maggior parte delle decisioni. Ancor più esse saranno in grado di scegliere la città che preferiscono, indirizzando le economie locali ed influenzando di conseguenza la natura degli impieghi disponibili per gli abitanti. Nel contesto della pianificazione della struttura economica della città e delle attività affaristiche di supporto, devono essere considerati in maniera molto seriai vantaggi dell’uso misto delle aree, in rapporto al tradizionale approccio nel quale gli usi commerciali e residenziali sono concentrati indeterminate zone. E’ bene osservare che, in termini di uso del suolo, le aree esistenti nelle vecchie città che presentano già un uso misto del suolo sono in grado di sviluppare una grande varietà di usi e di attività sociali ed economiche; inoltre ciò accresce, in generale, la qualità della vita. Tuttavia ci sarà ancora bisogno di attività inquinanti e potenzialmente dannose che dovranno essere confinate in aree apposite e da controllare attraverso una[stretta] regolamentazione.
Sicurezza e salute
1.22 Nonostante il generale miglioramento delle relazioni internazionali, in talune città europee restano particolari aree di conflitto sociale e di tensione locale. E’ auspicabile che questi problemi siano al più presto risolti con misure politiche. A livello locale cresce invece il timore del crimine, dovuto spesso alle pessime condizioni di vita ed alla carenza di strutture socio-sanitarie ancora riscontrabili in alcune città europee. Queste emergenze devono essere affrontate dalla pianificazione urbanistica di concerto con altre professionalità per poter creare una migliore offerta abitativa, una più elevata accessibilità al lavoro, alle strutture ed ai servizi pubblici, nonché un generale miglioramento dell’ambiente nel suo complesso.
Sintesi: la forma urbana e la città sostenibile
1.23 Tutti questi elementi trovano un punto d’incontro negli aspetti spaziali della pianificazione, nella considerazione della forma urbana e nel dibattito sul modello ideale della città del futuro. Un largo numero di aspetti localizzativi e gestionali hanno influenza nel determinare la forma urbana. Da un lato c’è la questione della centralità, allorché le strutture ed i servizi si concentrano attorno ad un nucleo centrale; dall’altro vi è il problema della dispersione, nel momento in cui le nuove espansioni si diffondono a partire dal nucleo originale verso la cintura esterna. Questi aspetti dovranno trovare soluzione in una nuova generazione di piani.
1.24 L’espansione del nucleo centrale della città frequentemente non tiene conto dei problemi che si vengono a creare ai margini dell’abitato e nelle zone di frangia. Nella città diffusa o “esplosa” i problemi di dispersione urbana si riscontrano maggiormente a livello sub-regionale. La forma urbana è strettamente collegata al carattere della città ed al suo “genius loci”. Alla pianificazione si chiede pertanto di formulare una chiara gerarchia di sviluppo urbano, tale che si crei una relazione funzionale tra il centro città, i suoi sobborghi, le zone periferiche ed i centri collegati all’interno dell’area metropolitana. In molte aree può essere vantaggioso riconoscere e sviluppare il concetto di city-clusters(comunità di città); si potrebbe quindi creare una comunità di città, collegate tra loro da un buon sistema di trasporto collettivo, ognuna con una precisa identità ed uno scopo.
1.25 Il concetto di città come serie di villaggi o di comunità collegate si integra con il punto di vista della Commissione europea sulla città sostenibile, testimonianza di una diffusa preoccupazione per l’ambiente. Una completa rassegna di questi problemi è riportata nella pubblicazione Europe’s Environment: The Dobris Assessment(European Environment Agency, 1994), che reca un’analisi riferita a cinquantuno città europee. Sono stati identificati cinque argomenti chiave: qualità dell’aria, rumore, traffico, qualità delle residenze, accessibilità e dimensione delle aree verdi e degli spazi aperti. Sebbene questi fattori varino considerevolmente da città a città, in generale le autorità municipali possono fare molto per contribuire allo sviluppo sostenibile, attraverso il miglioramento delle condizioni locali ed il sostegno a soluzioni che utilizzino meno energia e meno risorse, dando soluzione contemporaneamente al problema dei rifiuti e della qualità dell’aria e dell’acqua.
1.26 Una diffusa sottovalutazione di questi fenomeni da parte della popolazione e l’evoluzione di un processo democratico più ampio richiederanno una migliore comunicazione ed una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Nel corso degli ultimi venti o trent’anni, gli urbanisti sono stati protagonisti nello sviluppo di tecniche di partecipazione. In molti paesi queste tecniche sono divenute parte integrante del processo di piano. In futuro questo genere di principi dovrebbe trovare una più diffusa applicazione; c’è bisogno di passare da un modello di pianificazione che pone enfasi sull’approccio prescrittivo ad un nuovo modello che dia maggior peso ai bisogni espressi da chi la città la vive e la utilizza. La nozione di una pianificazione maggiormente centrata sui cittadini, espressione di una serie di bisogni elementari rispetto alle esigenze della vita in città, è a fondamento di questa Carta.
2 Il ruolo della pianificazione urbanistica nel conseguimento degli obiettivi dell’agenda
Introduzione
2.1 L’esperienza pratica ed il lavoro di ricerca degli ultimi sessant’anni sembrano confermare che le città non si sviluppano in modo casuale, nè secondo modelli ben definiti. Il loro sviluppo segue principi di pianificazione rigorosi, oppure richiede di essere guidato da essi. Questi principi possono essere costanti nel tempo o seguire tendenze particolari, e dovrebbero essere chiaramente compresi prima di introdurne di nuovi o di sviluppare nuove infrastrutture o piani di assetto paesaggistici o, semplicemente, prima di condurre azioni che, diversamente, potrebbero risultare superficiali. Suggeriamo di raggruppare i principi entro due categorie più ampie, così come segue:
1) Principi generali, sviluppati nel passato e ritenuti pressoché universali;
2) Nuovi auspicabili principi proposti per il XXI secolo.
Essi sono discussi, nell’ordine, nei paragrafi seguenti. L’elenco non dev’essere in alcun modo considerato completo e viene presentato dal Consiglio Europeo degli Urbanisti allo scopo di stimolare il dibattito.
I principi generali alla base della pianificazione urbana
2.2 Tutte le politiche e le azioni richiedono molto tempo prima che sia possibile misurarne gli effetti e spesso occorrono decenni perché si possa rimediare agli errori. La pianificazione è un processo continuo. Negli ultimi venticinque anni essa ha cercato di diventare più aperta, con diffuse consultazioni sui piani o sui programmi di sviluppo. Se la pianificazione urbana deve essere efficace, comunque, ci sarà bisogno di rendere maggiormente partecipativo il dialogo. E’ necessario che gli urbanisti sostengano le organizzazioni di cittadini e le comunità di imprenditori locali nel fornire una risposta positiva. E’ ormai pratica comune che i piani siano monitorati e sottoposti a revisione con regolarità. L’informazione è vitale. In modo crescente obiettivi e indicatori prestazionali saranno elementi chiave dello strumentario degli urbanisti, specialmente nell’attivazione di processi di partecipazione e nei processi decisionali.
2.3 Quando si pianifica una città si dovrebbero prendere in considerazione tanto gli elementi spaziali, come la configurazione e la localizzazione delle città, quanto la struttura sociale e le principali risorse di un’area. Ci sono poi altri fattori quali la morfologia, il clima e la struttura degli usi del suolo attuali e storici. L’uso del suolo include molti elementi: l’assetto proprietario dei suoli, l’edificazione, le alberature e le zone boscate, i corsi d’acqua, le reti di trasporto, gli spazi aperti, i percorsi, gli elementi storici e culturali ed i confini amministrativi. E’ particolarmente importante porre la città in relazione con il suo territorio, il che può significare l’identificazione di zone naturali o di zone per il tempo libero che superino i confini amministrativi tra città e campagna.
2.4 Questi fattori sono particolarmente importanti per la determinazione della forma urbana e dell’assetto futuro della città e del suo territorio. La centralità non è divenuta un concetto fuori moda nonostante la crescita della mobilità e delle nuove tecnologie. Per secoli la vita della città è stata organizzata attraverso le relazioni tra certi luoghi centrali ed il territorio attorno ad essi. Non c’è nessuna ragione perché questo processo vada incontro ad una fine improvvisa, tanto più che la destabilizzazione di alcuni centri tradizionali, perseguita con lo spostamento delle attività economiche e commerciali verso le aree periferiche, ha portato alla rivitalizzazione del centro città. Molti fattori spingono a credere che il futuro delle città sarà caratterizzato dallo sviluppo di comunità policentriche piuttosto che monocentriche. L’emergere di questa serie di nuovi centri richiede attenzione da parte della pianificazione, con l’accento posto sulla creazione di nuovi ambienti di qualità elevata. In questo contesto, ove possibile, al posto di una rigida politica di zonizzazione si dovrebbe cercare di promuovere lo sviluppo misto di luoghi ove le persone possano vivere e lavorare. Urbanisti ed amministratori dovrebbero perciò riconsiderare l’appropriatezza della zonizzazione monofunzionale nei piani urbanistici.
2.5 Le città domandano di essere pianificate sulla base della loro scala generale e della loro funzione con riguardo ai criteri ambientali ed ai principi dello sviluppo sostenibile. C’è bisogno di una valutazione strategica e globale da parte di tutte le forze in campo – ambientali, sociali ed economiche – anziché trattarle come entità separate. Questo approccio globale, spesso definito come Valutazione di impatto ambientale, è uno dei principi guida dello sviluppo sostenibile. Non vi sono ostacoli tecnici all’impiego di questo tipo di valutazione, se non la mancanza di risorse permettere insieme le informazioni rilevanti. I moderni mezzi di elaborazione-dati rendono possibile gestirne la complessità.
2.6 Senza dubbio le città continueranno ad essere il motore dello sviluppo economico, a scapito del benessere delle aree agricole circostanti. I cicli di sviluppo dovrebbero essere soggetti ad un’attenta valutazione, basata sull’osservazione e sulla previsione di lungo periodo. In particolare, azioni o decisioni frettolose, siano esse di origine politica o economica, sono di discutibile beneficio. Allo stesso modo, l’impazienza di sostenere azioni o progetti privi della necessaria motivazione tecnica, o con una scarsa considerazione delle condizioni locali, o che trascurino la capacità della comunità locale di prendervi parte, conducono spesso all’immobilismo o ad errori. Inevitabilmente questi errori impediscono il progresso e lasciano incompiuti i progetti. La pianificazione dovrebbe perciò includere un’attenta considerazione delle questioni sociali, ambientali ed economiche con cui si confronta la comunità, insieme ad una previsione delle tendenze che potrebbero caratterizzare in futuro tali fattori.
2.7 In questo contesto l’urbanistica si preoccupa principalmente di operare nell’interesse pubblico, che non dovrebbe essere sottostimato, ma invece è spesso frainteso. Frequentemente la pianificazione è coinvolta nella risoluzione di interessi confliggenti e nella mediazione tra diversi gruppi e fazioni. Talvolta gli urbanisti devono impegnarsi nello stabilire quali interessi siano legittimi e quali non abbiano rilevanza o siano illegittimi. I conflitti possono essere più o meno evidenti, ma la loro presenza latente e la loro risoluzione costituiscono una costante preoccupazione che, inevitabilmente, affligge la pianificazione. La futura conformazione sociale, culturale ed estetica della città scaturirà da un insieme di valori sociali e culturali rappresentativi di tutti gli abitanti. Condurre insieme sulla scena urbana i diversi attori, ciascuno con le sue specifiche priorità per la risoluzione del conflitto, continuerà ad essere un requisito della pianificazione. Questioni di equità, istanze sociali ed ambientali saranno ancora la piattaforma su cui avrà luogo la mediazione della pianificazione.
I nuovi auspicabili principi proposti per il XXI secolo
2.8 Vi è un certo numero di nuovi principi che dovrebbero essere aggiunti a quelli discussi in precedenza. Innanzitutto, si assume che le risorse urbane dovrebbero essere distribuite in modo più equo, nel rispetto dei principi di giustizia, dei fabbisogni locali e della sussidiarietà.
2.9 La distribuzione degli spazi tra aree costruite, zone vincolate e protette, aree verdi e aree per lo svago sarà estremamente importante. Lo scambio tra queste diverse aree, riflettendo lo sviluppo storico della città ed il differente carattere dei suoi dintorni, porta a ridefinire la città come un insieme di villaggi urbani, cosa che in un certo modo si lega al concetto di identità degli abitanti. Gli spazi aperti, le aree verdi e le aree naturali sono elementi essenziali e le politiche urbane dovrebbero essere maggiormente orientate a fornire un ambiente piacevole e a dotare le città di nuove e più ampie aree verdi. Inoltre ci si dovrebbe impegnare ad utilizzare le aree già urbanizzate piuttosto che le aree ancora libere, evitando che ciò avvenga a scapito della rete di spazi aperti. Le aree verdi delle città e le aree di margine dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione.
Sintesi
2.10 Nel perseguire gli scopi indicati nell’agenda proposta occorre sviluppare il ruolo creativo della pianificazione, così da corrispondere alle pressioni che vengono esercitate sulla città e sulla società. Essa deve essere esercitata da professionisti che siano specificamente formati per questo compito, le cui azioni siano regolate da norme deontologiche formulate nell’interesse di più ampi settori della comunità. Inevitabilmente il perseguimento dell’agenda urbana richiederà la formazione di un maggior numero di urbanisti, con una migliore preparazione ed il sistema formativo dovrebbe perciò disporre delle risorse necessarie a questo scopo.
2.11 Il compito principale dell’urbanistica consiste nel delineare la struttura spaziale che consenta la gestione ed il futuro sviluppo della città. L’interesse della pianificazione, comunque, è più ampio ed unico, se paragonato a quello di altre discipline. In molti casi essa opera proprio al centro di forze, spesso confliggenti, che lavorano nella società urbana. Essa opera in modo più efficace nell’identificare i problemi, nel promuovere la comunicazione tra esperti delle varie discipline, la comunità locale ed altri gruppi o interessi. Mediando, influenzando coloro che sono responsabili delle scelte chiave e sottoponendo a valutazione schemi di soluzione alternativi, l’urbanistica può negoziare l’adozione di un piano o di un programma che sia stato pienamente discusso dalla comunità.
2.12 Più in generale lo statuto del CEU per gli urbanisti in Europa (Amsterdam, novembre 1996) e le sue appendici (Strasburgo, dicembre1988) sintetizzano il lavoro dei pianificatori come segue:
“L’urbanista, sia esso libero professionista o dipendente, attivo nella pratica professionale o nella ricerca, nel settore privato o in quello pubblico, si occupa principalmente di:
- identificare i bisogni presenti e futuri della comunità e prestare attenzione alle opportunità, agli effetti, alle sollecitazioni ed alle implicazioni delle azioni;
- proporre politiche e piani per avviare, regolare, adattare, consentire e promuovere il cambiamento, ponendo attenzione agli indirizzi che derivano dalla ricerca;
- forma a concetti spaziali riferiti alle politiche ed ai piani di sviluppo;
- negoziare fino alla realizzazione di quei piani e di quelle politiche;
- seguire costantemente, effettuare il monitoraggio e sviluppare l’implementazione di politiche e di piani in accordo con il mutare delle necessità e delle opportunità;
- valutare e controllare gli effetti e le implicazioni dei mutamenti reali nel momento in cui si verificano;
- dare un indirizzo alla ricerca ed assicurare programmi di formazione.”
2.13 Riassumendo, il CEU ritiene che gli urbanisti, in quanto professionisti responsabili, abbiano un ruolo preciso ed assai importante nello stabilire la nuova agenda urbana ed i suoi obiettivi specifici dilungo periodo. La vitalità ed il benessere futuri delle città dipendono da questa miscela di sapere tecnico, creatività e dalla capacità di coordinare attività in collaborazione con altre professioni, con i politici e con la comunità in generale. La città del XXI secolo sarà creata non tanto dai piani regolatori, ma assai più dai processi di negoziazione basati sul benessere dei cittadini. Si tratta di un processo che dovrebbe essere aperto a tutti i cittadini.
3 Soddisfare i bisogni della città del futuro e le aspirazioni dei cittadini
Nella pratica come nella formulazione delle decisioni, i continui mutamenti ed i processi rigenerativi all’interno delle città, così come la creazione di nuove aree urbane, dovrebbero fondarsi sulle notevoli conoscenze ed esperienze accumulate. Basandosi sulle analisi contenute in questo scritto, il Consiglio Europeo degli Urbanisti ha elaborato un insieme di raccomandazioni destinate al pubblico in generale ed in particolare ai politici, agli urbanisti ed a tutti coloro che, a vario titolo, si occupano del futuro assetto delle città.
Gli indirizzi e le raccomandazioni che sono elencati di seguito sono di natura universale, sebbene tengano in considerazione la grande diversità e la complessità delle città europee. Essi individuano le costanti che caratterizzano la pianificazione urbana tra cui il tempo, la complessità, i confini ed i problemi della centralità e dell’organizzazione spaziale. L’importanza della pianificazione strategica e la dimensione spaziale non possono essere sottovalutate nel fornire un quadro sugli scenari futuri e nell’inserire la città nel suo contesto regionale e sub-regionale.
Le conclusioni qui di seguito riportate riconoscono l’importanza cruciale dei principi dello sviluppo sostenibile come parte integrante del processo di pianificazione. L’inclusione di tali principi è stata ispirata dalla definizione di sviluppo sostenibile proposta da Bruntland quale sviluppo capace di “soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la possibilità che le future generazioni possano provvedere ai propri bisogni”. Questa definizione è stata fatta propria dal Consiglio Europeo degli Urbanisti poiché essa completa il concetto di partecipazione dei cittadini che ispira questa Carta.
Sopra ogni cosa la Carta intende porre i cittadini saldamente al centro dell’attività di pianificazione e di formazione delle decisioni.
Le associazioni nazionali degli urbanisti possono integrare questo testo con le loro raccomandazioni ed i loro propri principi qualora questi siano ritenuti più confacenti alla specifica realtà locale cui si riferiscono.
Si concorda sul fatto che la Carta sia sottoposta a verifica ogni quattro anni. Gli indirizzi saranno discussi nel corso di alcune conferenze che si terranno ad Atene.
Dieci gruppi di raccomandazioni
3.1 Una città per tutti
In Europa l’arrivo in città di nuovi immigrati, inizialmente dalle aree agricole circostanti ed attualmente da un più ampio spettro di paesi europei ed extraeuropei, ha talvolta intaccato le strutture sociali esistenti. La povertà urbana, esasperata dagli effetti delle due più recenti recessioni economiche, è stata sia la causa sia l’effetto del declino della coesione sociale. In vario grado sono presenti problemi di razzismo, criminalità, esclusione sociale e persino guerre civili. Politici ed urbanisti dovrebbero avere consapevolezza della presenza nella società di gruppi più svantaggiati e privi di risorse, poiché essi non hanno voce. Le politiche di piano dovrebbero indirizzarsi verso i bisogni specifici di questi settori della società.
Tutti i gruppi, inclusi coloro che sono giunti più di recente, dovrebbero far parte della vita sociale, economica e culturale della città attraverso misure di tipo socio economico e piani di sviluppo.
Il processo di piano dovrebbe richiedere la collaborazione ed il coinvolgimento a livello locale per sviluppare l’interesse pubblico nella pianificazione dell’ambiente ed il miglioramento delle condizioni economiche e sociali.
Se i bisogni e le aspirazioni di tutti i gruppi sociali devono trovare un punto di incontro nella pianificazione e nello sviluppo della città, allora tutti i gruppi devono essere condotti all’interno del processo di definizione di quei bisogni ed aspirazioni, inclusi l’integrazione fisica all’interno delle comunità.
3.2 Un reale coinvolgimento
Il grado di partecipazione dei cittadini nelle questioni che riguardano l’ambito urbano varia enormemente da città a città in Europa. In alcuni paesi esso è molto sviluppato, ma in altri esso è frenato dalle forme che assume il sistema della rappresentanza democratica, spesso molto accentrato. L’espressione dei diritti dei cittadini, dei bisogni, dei desideri, specie in relazione ai problemi che affliggono la vita quotidiana e la qualità dell’ambiente locale, non può essere realizzata solamente attraverso i rappresentanti eletti a livello locale e centrale. Il governo, in queste circostanze, appare spesso piuttosto distante dalla gente.
La struttura della pianificazione dovrebbe essere rivista informa gerarchica, così da renderla più accessibile ai cittadini. La sussidiarietà dovrebbe essere applicata rigorosamente nella distribuzione delle risorse, così come nella pubblica amministrazione.
Forme innovative di partecipazione dovrebbero essere applicate al livello più basso possibile, così da consentire una reale partecipazione al potere ed incoraggiare l’attivo coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni di piano.
Le attrezzature locali sociali e culturali dovrebbero essere incrementate così da facilitare i contatti umani e la comunicazione.
3.3 I contatti umani
La crescente concentrazione di popolazione nelle aree centrali della città ha condotto ad una perdita della scala umana ed all’erosione tanto delle strutture fisiche quanto di quelle sociali. La vita quotidiana dei cittadini è divenuta più monotona, mentre l’isolamento, la passività e l’indifferenza agli obiettivi della collettività ed alle iniziative sociali è divenuta la norma. L’incremento della densità ha avuto riflessi nella perdita di spazi aperti, parchi, piazze ed attrezzature collettive, così importanti come luoghi di incontro. La creatività individuale e l’opportunità di espressione sono altresì state soppresse da questi processi.
La struttura gerarchica nella pianificazione dovrebbe essere espressa a livello fisico, sociale ed amministrativo. Le più piccole unità di questa struttura, il singolo edificio, il vicinato o ilquartiere, dovrebbero giocare un ruolo chiave nel fornire una struttura per le relazioni umane e nel consentire la partecipazione dei cittadini alla gestione dei progetti urbani. Potrebbe anche esserci bisogno di interventi simultanei o della partecipazione al più ampio livello della città, per fornire il contesto all’azione locale.
Dovrebbero nuovamente essere creati spazi pubblici per essere usati ancora come luoghi dove il senso della comunità, l’attività sociale e la vitalità siano sviluppati. Si dovrebbero compiere sforzi per conservare e rafforzare la rete degli spazi aperti, i parchi e le aree per lo svago entro le città. La riqualificazione di edifici abbandonati e di aree dismesse, nonché il recupero di installazioni oramai in disuso come vecchie fabbriche o complessi militari dovrebbe consentire di migliorare la qualità degli spazi comuni, così come delle funzioni pubbliche ad essi collegate.
3.4 Continuità dei caratteri
L’ambiente urbano ha tradizionalmente recitato un ruolo chiave dal punto di vista dell’istruzione e della cultura nella vita dei suoi cittadini. L’idea della città come motore della civilizzazione si è affermata attraverso i secoli ed è insita nel carattere fisico di tutte le città storiche. Sfortunatamente gli effetti dell’intensa urbanizzazione hanno minato l’integrità culturale delle città, degradato il suo aspetto estetico e hanno danneggiato la continuità della fabbrica urbana. La pianificazione ha un ruolo specifico nell’assicurare una migliore qualità del design che rispetti il carattere della città, ma che non impedisca la libera espressione della creatività in architettura nonché l’organizzazione e la gestione degli spazi tra gli edifici.
La pianificazione dovrebbe cercare di salvaguardare gli elementi tradizionali e l’identità dell’ambiente urbano, inclusi gli edifici, i quartieri storici, gli spazi aperti e le aree verdi. Questi elementi dovrebbero essere inclusi in reti continue, basate sui principi del disegno urbano.
Per il futuro la pianificazione dovrebbe rafforzare e sviluppare ulteriormente la tradizione costruttiva che svela il carattere distintivo e l’identità di ciascuna città o regione. Architettura e pianificazione degli edifici dovrebbero includere considerazioni relative all’intera città ed ai suoi dintorni. Le soluzioni progettuali dovrebbero essere basate su una indagine visiva, culturale, funzionale e storica dell’area e delle sue qualità particolari. La pianificazione dovrebbe dare avvio a questo processo, che dovrebbe avvalersi di una piena ed aperta partecipazione della comunità locale. Allo stesso modo essa dovrebbe prevedere il dialogo tra pianificatori e liberi professionisti, specialmente architetti, sovrintendenti, ingegneri, paesaggisti, come pure ecologi, economisti, sociologi, artisti ed altre categorie di esperti.
3.5 Beneficiare delle nuove tecnologie
Lo sviluppo universale delle tecnologie informatiche ha grandi implicazioni sui cambiamenti sociali e sulla futura struttura della città, incluso l’uso dei suoi sistemi di trasporto. Ciò nonostante i contatti personali rimarranno importanti e non saranno sostituiti dalla comunicazione elettronica. Piuttosto, la tecnologia dell’informazione accresce le possibilità di comunicazione e la varietà delle esperienze. Il processo democratico può anche essere migliorato fornendo informazioni a coloro che tradizionalmente non vi hanno accesso. Potenzialmente la tecnologia informatica può consentire ai cittadini il coinvolgimento nella gestione della città a patto che vi sia un equo accesso alle risorse. La più piccola unità della rete informativa può recitare un ruolo importante nel fornire una struttura per i contatti umani, che è componente base dell’identità culturale e della coesione sociale. Le nuove tecnologie possono anche fornire l’opportunità di focalizzare temi o questioni di interesse comune per tutti i cittadini- sia a livello urbano, sia a livello del vicinato dove essi risiedono.
La pianificazione dovrebbe incoraggiare l’uso ottimale della tecnologia informatica con un accesso equo che consenta ai cittadini di ottenere il massimo beneficio.
La pianificazione dovrebbe esaminare la possibilità di un decentramento delle attività prendendo in considerazione le nuove tecnologie, immaginando lo sviluppo di una città sfaccettata e policentrica, sostenendo l’idea di un pieno coinvolgimento locale nel processo. Si dovrebbe incoraggiare la disaggregazione di attività, sia in termini di tempo che di spazio.
3.6 Aspetti ambientali
I principi dello sviluppo sostenibile dovrebbero costituire l’essenza della pianificazione per una città ove gli abitanti siano al centro del processo di piano. L’aumento dei residenti ed il bisogno di un equo accesso alle risorse rendono imperativa la richiesta di una gestione sostenibile. I processi dovrebbe sposare concetti quali la biodiversità e le relazioni tra l’uomo e la natura, la conservazione delle risorse (incluso il suolo) così come le specificità sociali ed economiche. Si dovrebbe guardare alla città come ad un ecosistema, con input e output. La gestione dovrebbe perseguire il controllo dei flussi di risorse in modo sostenibile. Un certo numero di istanze, tra cui i piani per la raccolta e la gestione dei rifiuti, l’uso delle risorse energetiche, i trasporti e la biodiversità, sono dunque da considerare parte integrante del processo di pianificazione. La distribuzione spaziale degli usi del suolo avrà anche un effetto chiave sul profilo della sostenibilità delle città.
Tutti i piani dovrebbero basarsi sui principi di sviluppo sostenibile. Valutazioni ambientali dovrebbero essere predisposte quali parte integrante dei piani ed essere collegate al processo di partecipazione pubblica.
La pianificazione dovrebbe incoraggiare:
- la conservazione delle risorse non rinnovabili;
- il risparmio energetico e le tecnologie pulite;
- la riduzione dell’inquinamento atmosferico;
- lo smaltimento dei rifiuti, la riduzione ed il riciclaggio;
- laflessibilità dei processi decisionali per supportare le comunità locali;
- l’uso attento della terra come risorsa ed il recupero delle aree dismesse.
Nell’interesse dei cittadini, il principio di prevenire i problemi prima che essi si presentino, dovrebbe essere impiegato efficacemente nelle scelte di sviluppo, così che le risorse non rinnovabili non vadano sprecate.
La biodiversità dovrebbe essere una componente essenziale della pianificazione urbana, la quale dovrebbe sforzarsi di conservare gli ecosistemi per mezzo di corridoi verdi che penetrino nelle città. Una speciale attenzione dovrebbe essere posta nella valorizzazione delle aree di frangia.
3.7 Le attività economiche
Per tradizione la pianificazione urbana si è occupata degli usi del suolo e della forma fisica della città, piuttosto che dei problemi di natura economica o sociale. Attualmentequesto tipo di indirizzo viene tralasciato in favore di un approccio integrato al recupero urbano, che associ gli aspetti fisici con l’ingegneria sociale ed il rilancio economico. L’occupazione ne è una componente essenziale, ma vi è pure il bisogno di fare in modo che tutti i cittadini abbiano un equo accesso alle strutture ed ai servizi della città. Si può immaginare uno scenario positivo in cui la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato sia forgiata per realizzare pacchetti di sviluppo che risultino di grande beneficio per tutti i cittadini.
L’occupazione e la produzione dipendono in parte dalle politiche urbane e da un generale influsso esercitato dalle città. L’urbanistica ha una particolare responsabilità nell’assicurare che il settore privato e degli affari siano capaci di prosperare. Le città sono generalmente in competizione economica tra loro e tale competizione viene influenzata anche dal livello culturale, accademico e dalla qualità di vita, oltre che da altri fattori tipici di tutti i centri urbani quali la struttura industriale, il sistema dei trasporti e le caratteristiche del sistema di prelievo fiscale e di governo. La strategia urbana può influenzare lo sviluppo economico, le relazioni tra città vicine così come la combinazione delle loro risorse. Essa può inoltre creare condizioni favorevoli al positivo andamento del mercato immobiliare e delle istituzioni della finanza locale; può infine essere d’aiuto nella creazione di iniziative comuni soprattutto per ciò che riguarda le opportunità offerte dal mercato e l’azione pubblica. Esiste dunque la necessità di dotare le amministrazioni locali in Europa di finanziamenti consistenti visto il ruolo determinante che la pianificazione urbanistica riveste nel proporre scenari positivi perle attività economiche e per gli investimenti.
In tal senso la qualità di una città è una risorsa in se stessa che può inoltre contribuire alla sua prosperità economica. La qualità della pianificazione e del disegno urbano, sia nei centri storici così come nelle zone di espansione, nonché l’immagine culturale chela città dà di sé al suo esterno, sono fattori che contano tanto quanto la tutela del patrimonio culturale e dell’ambiente naturale.
La disoccupazione, la povertà e l’emarginazione sociale dovrebbero essere affrontate grazie ad un approccio integrato tra pianificazione urbanistica, socio-economica ed ambientale. La pianificazione dovrebbe incoraggiare la mutua collaborazione, nonché la messa in atto di iniziative volte a creare posti di lavoro e piccole attività produttive, e dovrebbe incentivare la professionalità attraverso l’istruzione e la formazione professionale.
Le forze che regolano il mercato andrebbero controllate al fine di mantenere il necessario livello di investimento pubblico all’interno della città e di garantire la partecipazione del settore privato alla definizione dello sviluppo urbano, nonché di coprire i costi funzionali. In ogni caso i fondi dovrebbero garantire gli investimenti.
La pianificazione urbanistica dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di piccole attività economiche al fine di garantire l’occupazione locale ed incentivare l’economia urbana.
3.8 Mobilità ed accessibilità
L’utilizzo eccessivo dell’auto ha assunto recentemente livelli tali da creare effetti negativi sul funzionamento di molti centri urbani. Si è ridotto l’uso dei mezzi pubblici da parte dei cittadini e la costruzione delle grandi infrastrutture di trasporto, che sono state realizzate per facilitare lo scorrimento del traffico veicolare, ha provocato un deterioramento ed un progressivo isolamento di numerosi centri urbani, cosí come di interi quartieri. L’esperienza ha mostrato che attraverso una maggiore consapevolezza da parte di tutti e l’utilizzo di soluzioni alternative è possibile dare sostegno ad un nuovo approccio alle politiche del traffico, che combinando una diversa gestione della circolazione, un miglioramento del trasporto pubblico, la realizzazione di infrastrutture per pedoni e ciclisti, si accompagni al miglioramento delle condizioni ambientali di aree degradate, come ad esempio i centri storici. L’obiettivo è quello di creare un sistema di trasporto più confortevole e conveniente, pienamente integrato con le politiche di utilizzo del suolo ed accessibile a tutti.
Il miglioramento dell’accessibilità richiede che gli urbanisti riconoscano che l’uso del suolo e la gestione dei trasporti non possono essere affrontati separatamente. La necessità degli spostamenti dovrebbe essere ridotta ponendo particolare attenzione alla localizzazione ed al dimensionamento delle attività, nonché con lo sviluppo di un utilizzo diversificato delle aree, così come attraverso l’efficace interconnessione tra diversi sistemi di trasporto. L’utilizzo di parametri relativi al grado di accessibilità dovrebbe venire incentivato come strumento per verificare il raggiungimento degli obiettivi.
La dipendenza dai mezzi di trasporto privati andrebbe scoraggiata per mezzo di politiche tariffarie e della sosta. Si dovrebbe promuovere un’azione coordinata volta al reperimento di aree allo scopo di incrementare le possibilità di sviluppo del trasporto pubblico ed il miglioramento delle infrastrutture per pedoni e ciclisti. Si dovrebbero fornire ai cittadini maggiori opportunità di soddisfare le proprie necessità in materia di mobilità.
Gli investimenti dovrebbero essere indirizzati verso lo sviluppo di sistemi di trasporto non inquinanti al fine di ridurre il consumo di combustibili fossili, nonché la quantità di emissioni gassose e di altre sostanze inquinanti.
3.9 Varietà e diversità
È riconosciuto che la pianificazione urbanistica non può avere un controllo su tutto, né dovrebbe averlo. Ciò nonostante in molte città l’applicazione rigorosa della zonizzazione monofunzionale ha creato situazioni di utilizzo monotono del suolo che hanno spezzato la continuità e la varietà della vita urbana. Il piano urbanistico e le sue successive elaborazioni hanno spesso modificato erroneamente la zonizzazione di talune aree, perché le loro caratteristiche specifiche sono state ignorate dal processo di pianificazione. La varietà dell’esperienza della vita cittadina è andata diminuendo. Così come i fabbisogni sono in costante crescita, altrettanto dovrebbe esserlo la risposta data ad essi dalla pianificazione, la quale dovrebbe trovare soluzioni che mirino innanzitutto alla valorizzazione del tessuto urbano esistente.
Lo scopo generale della pianificazione urbanistica dovrebbe essere quello di abbandonare la zonizzazione monofunzionale a larga scala, eccetto i casi ove questo sia richiesto nel rispetto della salute pubblica e della sicurezza.
Il principio di un uso misto delle aree dovrebbe essere promosso soprattutto nel centro città, così da introdurre maggiore differenziazione e vitalità nel tessuto urbano. Le aree residenziali, quelle produttive e quelle destinate ad usi compatibili dovrebbero essere poste in stretta relazione tra loro, sia da un punto di vista temporale che spaziale, così da ridurre la necessità degli spostamenti con conseguente risparmio di energia e riduzione dell’inquinamento.
Una grande varietà di moduli abitativi dovrebbe essere disponibile, così da soddisfare le diverse esigenze di tutti i cittadini. Soluzioni innovative dovrebbero essere impiegate per sviluppare sempre nuove tipologie architettoniche che mirino soprattutto al contenimento energetico ed al miglior soleggiamento. La progettazione deve cercare di massimizzare le economie dei costi che derivano dall’impiego di nuove tecniche costruttive e di nuovi materiali, così che i bassi prezzi delle abitazioni le rendano accessibili anche alle persone economicamente più svantaggiate.
L’urbanistica deve creare un contesto che permetta ai cittadini di esprimere le proprie scelte in materia di impiego, abitazione, trasporti e tempo libero al fine di garantire loro un continuo benessere.
3.10 Salute e sicurezza
I problemi connessi con la salute pubblica e con la sicurezza sono divenuti sempre più cruciali data la concentrazione di persone e di attività all’interno delle città. Tali problemi si ricollegano a tre fattori: le catastrofi naturali, i conflitti bellici nonché quelli sociali, civili o il crimine in genere. La povertà e le cattive condizioni di salute fanno spesso parte di quella spirale di deprivazione e di disumanizzazione con la quale certi quartieri urbani di città europee devono oggi confrontarsi.
Si dovrebbe rafforzare l’idea di area urbana come area libera da combattimenti, promuovendone l’applicazione attraverso trattati internazionali.
Le misure e gli interventi volti a prevenire le catastrofi naturali dovrebbero essere integrati a tutti i livelli della pianificazione urbanistica e della gestione urbana.
La pianificazione urbanistica dovrebbe promuovere inoltre misure atte a debellare le cause dei disordini sociali e del crimine urbano. Essa dovrebbe mirare a ristabilire il senso civico ed il benessere sociale, così da accrescere il livello di sicurezza personale in città.
La pianificazione urbanistica dovrebbe promuovere e favorire la realizzazione del programma “Healthy Cities” nel rispetto delle norme stabilite dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Ciò può essere fatto rapidamente accrescendo il livello qualitativo degli alloggi e migliorando l’ambiente. Indirettamente essa potrebbe favorire la riduzione dei livelli di inquinamento e il risparmio delle risorse non rinnovabili.
Marzo 1998