Appunti per l’incontro su ” Arquitectura de Emergencia frente al Covid-19″, organizzato dal Colegio de Arquitectos de Cochabamba con Universida del Valle/ Vicerrectorado de Interccion Social
Una delle problematiche dell'”architettura di emergenza”, è la parola emergenza.
Emergenza, dal punto di vista etimologico, vuol dire “ciò che emerge”, una parola che deriva dal latino:
Da “emergere”.
Composto da e cioè fuori.
Composto da mergere cioè affondare, tuffare.
E’ una bella parola, una bella immagine dell’etimologia, ciò che esce all’improvviso dalla superficie calma delle acque.
Poteva essere tanto qualcosa di bello e fortunato quanto qualcosa di pericoloso e catastrofico.
Poteva essere un delfino, poteva essere un geyser presso un isola vulcanica in Sicilia.
Si tratta una di quelle parole magiche a doppio “senso” in cui il significato è duale.
Duale è lo Ying e Yang.
Duale è la parola crisi nella cultura cinese.
Pericolo & momento cruciale
Sotto la influenza delle sintesi anglosassoni, emergency, ha un significato di allarme.
L’emergenza è comunque improvvisa.
Uno schiocco nella quiete.
Non tempesta che si annuncia.
Tuttavia se cogliamo a distanza di anni il precipitante progettuale.
Ovvero i progetti realizzati con il tema “architettura di emergenza”.
Osserviamo che per:
- la governance
- i committenti
- gli architetti
Il mare in tempesta è un’emergenza.
Di fatto abbiamo perso il significato delle parole.
La mappa delle emergenze
La ricognizione dello stato di fatto.
Esplorare il territorio vuol dire disegnare una mappa.
In quasi tutte le emergenze il progettista ha un suo ruolo:
- può intervenire
- interviene
- deve intervenire
Ovviamente al di la della prevenzione ( antisismica, antincendio, contenimento di sanitario)
Il problema è l’assenza della mappa delle emergenze.
Un mappa non esplorata dall’architetto.
Nella mappa delle emergenze cogliamo due famiglie di emergenze:
- Emergenza Pura
- Emergenza Spura
Emergenza Pura
E’ l’emergenza con le sue profonde radici etimologiche.
Quella che abbiamo già raccontato.
Inaspettata sulla linea orizzontale del tempo.
Ma spesso aspettata.
In Italia, Noi ci aspettiamo che Vesuvio torni a riprendersi le sue pendici, antropizzate
L’emergenza pura si divide in base alla velocità
- Emergenza Fast, l’emergenza veloce
- Emergenza Slow, l’emergenza lenta
EMERGENZA FAST
Qui è possibile di individuare due tipologie di emergenza
A) Emergenza per cause “Naturali”
- Terremoti
- Tsunami
- Eruzioni vulcaniche
B) Emergenza di tipo “NBC”, acronimo di Nucleare, Biologo, Chimico.
Possiamo dire che è l’emergenza dei tempi moderni, degli ultimi 4000 anni.
Ovvero quelle provocate dall’uomo urbanizzato.
Se ci pensate la peste, il colera, i virus “corona” era difficile che nascevano in campagna.
Durante la macellazione degli animali appesi ai tronchi degli alberi.
I batteri pericolosi per l’uomo se entrano in contatto con il terreno vengono uccisi dai “fagi”.
I virus amici che infettano i batteri.
ll vaiolo pare sia emerso nella popolazione umana circa nel II millennio a.C.
Esiste una relazione tra la urbanizzazione umana e la nascita delle pandemie.
Di certo esiste una relazione tra pandemie e morfologia urbana.
I greci fissavano alle loro città un cordone di crescita con limite massimo di 25.000 abitanti, per controllare la sanità pubblica.
Poi fondavano una nuova città in un’altro sito.
Applicavano il concetto della dispersione, uno dei mezzi per controllare le pandemie.
Nel tempo gli elementi NBC sono diventate armi.
I mongoli usavano lanciare appestati nelle mure dell’assediato.
La Guerra batteriologica.
Emergenza NBC può emergere
- 1) Cause Accidentali
- 2) Cause Provocato, in caso di conflitto, di guerra
1) Cause Accidentali
Quelli non provocate intenzionalmente.
Magari per errore umano, o una catastrofe naturale.
Analizziamole:
Pericolo Nucleare N
Le cause accidentali sono:
- Esplosione di un sito nucleare, tipo Chernobyl e Fukushima.
- Esplosione di sito petrolifero, o minerario.
Esistono protocolli di intervento già elaborati da tempo per la “Protezione NBC”.
Specialmente in ambito militare.
Il progettista interviene a monte nel progettare.
Esempio, i moduli sanitari di bio-contenimento
Pericolo Chimico C
Indotta da una catastrofe industriale.
Con l’emissione nell’atmosfera, nelle acque, nel terreno di agenti chimici.
Centinaia: vescicanti, asfissianti, neurologici…
Il progettista interviene a monte nel progettare.
Esempio, sempre i moduli sanitari di bio-contenimento
Pericolo Biologico B
Il più insidioso, quello contaminante.
Perché non lo vedi e non lo senti.
Dove il ruolo del progettista è importante.
Ma gli occorre una conoscenza profonda.
Non si risolve con le specifiche della committenza, con un elenco delle funzioni.
Ebola, Mers, Sars, carbonchio o antrace, corona sono mutazioni di malattie animali che si sono trasmesse all’uomo.
La quasi della totalità progettisti non sa della differenza tra Mers e CoVid.
Il progetto segue la sintomatologia.
Virus Sintomatico: implica progetto di cordoni sanitari, barriere, camere di vestizioni, contenimento.
Virus Asintomatico: implica percorsi obbligati, posti blocco, doccia.
2) In caso di Guerra
Sembra strano ma ci potremo trovare in uno scenario di guerra
Il pericolo NBC, è un pericolo temuto in caso di guerra.
Il problema del rischio NBC, il linea teorica non è contemplato in caso di guerra simmetrica.
Per via delle convenzioni post prima guerra mondiale.
Il problema è la guerra assimetrica, ovvero terrorismo.
Dove il rischio NBC è spaventoso, si possono aprire gli scenari apocalittici.
Quello biologico ancora di più spaventoso.
Quello che provoca terrore.
E’ costa poco, è l’arma più economica per un terrorista.
Infatti è l’unica parola della famiglia NBC che è stata derivata: il Bioterrorismo.
Attacco chimico terroristico, o di tipo nucleare non hanno parole derivate
Poiché terrorismo e biologico si sposa benissimo.
(PARENTESI)
Il Corona Virus è il virus ideale per un terrorista.
Perfetto, perché è asintomatico, è un trojan, è la cellula dormiente, che si attiva dopo 15 giorni.
E’ un Virus che nessuno Stato, nemmeno più il canaglia, si sognerebbe di lanciarlo verso altro Stato, perché non lo riesce a controllarlo.
Può essere studiato in laboratorio, per elaborare modelli matematici di contagio, a scopo preventivo.
Non sappiamo se nato nell’urbanistica interstiziale di Wuhan o sfuggito dai laboratori.
Sappiamo su che mezzi ha viaggiato:
Attraverso la “urbanizzazione” e attraverso la “globalizzazione”.
Attraverso i “non luoghi” di Marc Augè, in quelle struttura per circolazione accelerata delle persone, stazioni aeroporti.
I “non luoghi” di Rosario Assunto: le informe metropoli urbane
EMERGENZA SLOW
Dove gli elementi della ricognizione, ovvero i servizi informazione, avvisano in tempo.
Emergenza Terrorismo Urbano
E’ una emergenza “progettuale, si interviene nella prevenzione.
Il problema è che il terrorismo è mutevole, cerca nuovi anfratti dove colpire con più facilità.
E’ un buon esercizio di immaginazione per un progettista, perché occorre disegnare scenari mai visti.
Anticipare la risposta, è la missione.
In Europa abbiamo dei protocolli di intervento sulla Sicurezza Urbana.
Qui l’architetto, quando è intervenuto, ha creato un nuovo problema, questo lo vedremo in seguito.
Emergenza Rifugiati
L’emergenza più conosciuta, perché viene sempre accompagnato dalla cronaca giornalistica.
Emergenza Spura
La domanda, le gravi situazioni di pericolo consolidate nei decenni possono essere definite emergenze?
Purtroppo sono definite emergenze.
Dai giornali, dalla politica, ormai sono sedimentate nel nostro inconscio collettivo.
Quello che peggio, periodicamente con idea eroica.
Architetti, politici, offrono delle soluzioni risolutive.
Periodici happening
A) Emergenza “Abitativa” concentrata
Presso quel’ insediamento urbano densamente popolato, caratterizzato da edifici fatiscenti e condizioni di vita al di sotto degli standard di benessere.
Le famose baraccopoli, presenti nel mondo .
La maggior parte di queste zone non dispone:
- reti per la fornitura di acqua potabile
- smaltimento delle acque di scarico,
- allacciamenti all’energia elettrica,
- servizi di pubblica sicurezza ed assistenza
- condizioni igienico sanitarie soddisfacenti.
Il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani
Aggregati urbani.
E’ un’agenzia delle Nazioni Unite nata nel 1978.
Il compito è favorire:
- Un’urbanizzazione sostenibile
- Garantire a tutti il diritto ad avere una casa dignitosa.
Secondo i rapporti dell’agenzia:
La popolazione a livello mondiale residente nei grandi centri urbani ha sorpassato quella residente nei piccoli e medi centri.
Oltre un miliardo di persone vive in baraccopoli.
B) Emergenza “Abitativa” diffusa
Situazioni urbane diffuse.
Per esempio, in Bielorussia, sono diffuse abitazioni fatiscenti che in linea teorica dovrebbero resistere a -40 gradi.
C) Emergenza “Povertà consolidata”
Esempio, il problema della fame in Africa, dove si sovrappongono 4 layer di problemi.
- Emergenza sanitaria.
- Emergenza alimentare
- Emergenza abitativa
- Emergenza geopolitica
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Approcci progettuali
DELL’ARCHITETTURA DI EMERGENZA
Quali sono gli approcci progettuali ?
Quali sono i quesiti progettuali?
Ricordiamo le fasi dell’emergenza, in relazione al progetto architettonico:
1_FASE SOCCORSO (Fase EROICA)
2_ FASE INTERMEDIA ( da Fase LUNA DI MIELE alla Fase della DISILLUSIONE)
3_FASE DI RICOSTRUZIONE
1_ARCHITETTURA DEL SOCCORSO
E’ in work in progress, qui entra in campo, più che altro il design.
Più che altro siamo in fase pionieristica del Design.
Keywords da cercare su Google:
- Disaster shelters
- Crisis Shelter
Gli esempi di approcci, puro design.
2_ARCHITETTURA DELLA FASE INTERMEDIA
L’Architettura del provvisorio.
Una fase costruita con:
- Tende
- Gonfiabili
- Strutture in legno
- Shelter
- Moduli abitativi temporanei
Vediamo qualche esempio.
ARCHITETTURA DELLA FASE INTERMEDIA/ UNHCR tents
Le più economiche possibilità e facili nel trasporto.
ARCHITETTURA DELLA FASE INTERMEDIA/ IKEA
Il rifugio temporaneo Better Shelter, pensato per un facile trasporto e allestimento.
ARCHITETTURA DELLA FASE DI MEZZO/MAP
I Moduli Abitativi Provvisori (MAP), sono stati utilizzati per gli ultimi terremoti italiani.
Vere e proprie case in legno. Ha costi altissimi.
ARCHITETTURA DELLA FASE INTERMEDIA/ LE UTOPIE
Per gli architetti la fase è la più stimolante e creativa.
Che si sfociano nelle utopie.
Solo che poi quello che si realizza è questo.
3_ARCHITETTURA DELLA RICOSTRUZIONE
E’ l’architettura della fase 3, quello della ricostruzione.
Di solito si realizzano:
- Container
- Architettura Legno
- Architettura Laterizio & Cemento
Vediamo un caso limite:
IL PROGETTO C.A.S.E.
E’ stato un piano di costruzione dopo il terremoto dell’Aquila.
Che ha previsto la costruzione di “Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili”.
Il Governo ha autorizza il Commissario della ricostruzione.
Di progettare e realizzare a tempi di record:
– Nuove abitazioni.
– In quartieri durevoli e tecnologicamente avanzati.
ANALISI ESIGENZIALI
L’Architetta di emergenza pura o spura, o temporanea o statica, deve considerare queste esigenze:
- Prontezza
- Proiezione
- Costi
A_PRONTEZZA
Tempo di risposta operativa.
Tre fattori valutazione:
- Velocità di individuare il problema.
- Effettuare la ricognizione
- Individuazione dei posti dove allocare le basi operative
In Italia abbiamo una mappa dei luoghi, dove allocare i campi base di soccorso.
2_PROIEZIONE
La capacità di portare uomini e mezzi
Rispetto alla distanza, nel luogo di crisi.
Tre fattori valutazione
- Capacità di risposta
- Raggio d’azione
- Capacità di trasporto Alta tecnologia
Questa foto esprime problematiche della “proiezione”.
Di un sistema tecnologico non pensato per la sua “proiezione”
In sintesi.
Dipende dai mezzi di trasporto, basato su due livelli:
- Trasporto strategico: verso l’aeroporto, un porto sicuro in prossimità della crisi.
- Trasporto tattico: verso il sito di crisi.
Un architetto deve fare un progetto che ha capacità di proiezione.
3_ I COSTI/BUDGET
L’architettura “temporanea” ha un costo paragonabile del 10%-50% del Valore di costo di costruzione nuova.
Secondo la propria cultura progettuale.
10%- 30% per Ingegnere
50% per Architetto
Ma cosa occorre aggiungere questo costo di costruzione?
La riposta più frequente: è il costo di smaltimento, che di solito è pari a quello di impianto.
La risposta meno frequente: è il considerare il costo di urbanizzazione, che incide del 30% del budget complessivo.
Servizi fornitura:
- Idrici
- Luce
- Gas
Servizi di smaltimento
- Acque nere
- Acqua Bianche
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Questa premessa è stata essenziale per capire i progetti che vedremo.
Per analizzare con occhio critico le soluzioni
Andiamo a vedere alcune soluzioni COVID realizzate.
Partendo dalla risposta storica:
SOLUZIONE BASIC
Un OSPEDALE MILITARE DA CAMPO o UPGRADE TEMPORANEO SANITARIO
SOMMATORIA:
- MODULI SANITARI RIGIDI
- MODULI PNEUMATICI ( TENDE SANITARIE)
- MODULI LOGISTICI
Qui il costo è sempre ammortizzato, poiché le strutture vengono utilizzate più volte.
Come viene diviso in ambito NATO
Vi ricordate la celebre serie TV M.A.S.H
ovvero Mobile Army Surgical Hospital, una tipologia nell’ambito degli ospedali da campo.
Infatti in ambito nato si dividono il ROLE, a seconda della capacità di Proiezione.
Lo riporto come idea di una “urbanistica di soccorso temporaneo”
Role 1
Il Role 1 prevede le attività sanitarie d’emergenza per la raccolta dei militari feriti e traumatizzati, con funzioni di pronto soccorso e stabilizzazione dei pazienti prima o durante l’evacuazione a strutture sanitarie di livello superiore.
È sempre di competenza nazionale ed è solitamente organizzata a livello di battaglione, o unità equivalente.
Logisticamente dev’essere predisposto perché sia raggiungibile entro un’ora al massimo (golden hour) dal momento del ferimento o dalla lesione. Punti di soccorso a questo livello possono essere attrezzati con ambulanze da adibire a punti di primo soccorso e recupero feriti, dislocate in prossimità delle unità in operazione.
Role 2
Solitamente dislocato a livello di brigata, il Role 2, oltre a procedere a triage e primo soccorso nelle situazioni più critiche, raccoglie e tratta i soldati evacuati dalle unità Role 1. E’, partendo dalla zona di combattimento, la prima postazione sanitaria dotata di sale operatorie in grado di stabilizzare chirurgicamente il paziente.
Le direttive NATO impongono che il paziente debba ricevere, qualora necessario, un intervento chirurgico a non più di 6 ore dall’insorgenza dell’evento lesivo: i punti di assistenza Role 2 vengono dunque dislocati di conseguenza, a livello di teatro.
Può essere di competenza nazionale o multinazionale, ed è responsabile anche della logistica e del rifornimento dei presidi sanitari Role 1 di sua competenza.
Nominalmente, si richiede che dispongano delle seguenti caratteristiche:
adeguate capacità di diagnostica per immagini;
almeno una sala operatoria con uno o più team chirurgici;
una capacità di ricovero di 30 letti;
un nucleo di igiene con capacità di disinfezione e disinfestazione.
Role 3
È la massima configurazione, in termini di capacità sanitarie, che si possa esprimere in un teatro operativo.
Si tratta di un punto di ricovero che generalmente è di carattere multinazionale, ricevendo personale e materiali da diverse nazioni umanitariamente coinvolte.
Agendo da punto di raccolta per gli interventi dei Role 2, nel Role 3 si accumulano un maggior numero di posti letto, diverse sale operatorie comprensive di diversi team chirurgici ciascuna, e svariati medici specialisti (ortopedici, pediatri, oculisti, ginecologi, otorinolaringoiatri, gastroenterologi, ecc.) militari o civili.
Compito essenziale di questo punto di soccorso è il primo smistamento di farmaci e generi di prima necessità per i punti sanitari dipendenti, nella propria area di competenza.
Soluzioni COVID-19
Ho raccolto 3 tipologie di intervento rispetto ai sistemi costruttivi.
Esperienza Wuhan
Un ospedale costruito in 15 giorni.
Assemblato sul posto, in cantiere.
Con Sub-Sistemi che si assemblano in Sistemi.
Benefici sono notevoli.
Ma la facilità di degrado è elevata, per la scarsa attenzione del montaggio.
Dura max 5 anni
Esperienza Napoli
Soluzione Intermedia
Basato su un insieme di moduli rigidi, costruito in officina.
La facilità di degrado è media, per una buona attenzione dell’assemblaggio
E’ Modulare e quindi flessibile.
Dicono che è progettato per durare 15 anni.
Secondo me dipende dal suo utilizzo e dalla facilità di manutenzione.
Esperienza Milano
Costruito nei Padiglioni della Fiera di Milano
Soluzione “Usa e Getta” programmata.
Basato sulla tecnologia degli stand fieristici.
Ha notevoli risparmi in fase di realizzazione.
E’ un ottimo filone di ricerca progettuale
CONCLUSIONI
Per i progetti occorre sempre tener conto:
- ESIGENZE
- REQUISITI
- PRESTAZIONI
La mancanza di esplorazione
Porta a un fallimento programmato.
Questo si riflette in maniera confusa nell’architettura.
Non si capisce molto cosa si progetta.
Quando conosci il problema.
Tieni in mente una idea.
Probabile che sia la soluzione migliore
UN CONCEPT SBAGLIATO
Il concorso ideato dall’Architetto Stefano Boeri per Firenze, nel 2018 ai tempi del Terrorismo urbano.
“Chiamata alle Arti”
Per evitare le brutte barriere di cemento nelle belle piazze italiane, per contrastare i camion kamikaze lanciati sulla folla.
Il Problema
La soluzione concept progettuale comune presentata da decine di architetti.
Era una serie di blocchi posizionati di traverso.
Qual’era la soluzione migliore ?
La proposta modulare inglese, pensata in ambito militare, notare la disposizione.
Permette il deflusso della gente.
Prima avevamo un problema.
Poiché tutto quello che impedisce l’entrata impedisce l’uscita.
Di fatto abbiamo si è creato un secondo problema, ma questa volta ben progettato.
IL FUTURO VERTICALE NEGATO
L’architetto sogna di fare architettura, quella nobile e alta.
Dal “Cucchiaio alla Città” è lo slogan creato da Ernesto Rogers nel 1952.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Quando si sognava un mondo privo di guerre.
E per il III millennio si immaginava una umanità che regnasse dai grattacieli.
Su terre incontaminate.
Un futuro in verticale.
Ma il presente si prospetta in orizzontale.
L’umanità è sprofondata verso il basso.
E i grattacieli regnano su 3 miliardi di persone
Che sopravvivono disperse sulla terra nelle favelas
Occorre prendere atto del nuovo mondo, con delle nuove normalità.
L‘architettura di emergenza ovvero quell’ architettura che emerge.
A “arrived to stay”
Architettura dell’emergenza è “arrivata per rimanere”.
Forse dovremo accontentarci di progettare.
Invece che “dal cucchiaio alla città”
Dal fiammifero alla casa
Ripensare dal basso per il bene dell’umanità.