Barcellona: l’Eixample
Nel 1859, anno in cui Cerdà elabora il suo piano di ampliamento, Barcellona è una piazzaforte militare, retta da un governo militare, voluto da Madrid, che guarda con sospetto il formarsi dell’operosa borghesia catalana e le sue forti volontà autonomiste. Costretta all’interno della sua cinta muraria dal divieto assoluto di edificazione fra le mura ed i confini della giurisdizione militare (per un raggio di circa 10km), si presenta come la città con più alta densità abitativa d’Europa con i suoi 864ab/ha (contro i 714 ab/ha di Parigi ed i 348 ab/ha di Madrid), con la paradossale peculiarità di concentrare 150mila abitanti in un barrio fortificato affacciato sul mare e circondato da una pianura sostanzialmente deserta. La demolizione delle mura viene quindi accettata anche dal restio governo centrale di Madrid per dare soluzione agli inevitabili problemi igienici, sociali e di sviluppo urbano. Contestualmente a questa misura nel 1854 si decide di bandire un concorso per l’elaborazione di un piano di espansione urbana, il cui esito è favorevole all’architetto Antonio Rovira y Trias, già direttore della demolizione delle mura. Nonostante le risultanze del concorso, bandito ufficialmente dalla città di Barcellona, il Ministero dei Lavori Pubblici assegna l’incarico, tramite decreto, all’ingegner Ildefonso Cerdà.
STRUTTURA
I principi ispiratori di Cerdà, poi codificati nella sua “Teoria General de la Urbanizacion”, sono sostanzialmente l’igiene, la circolazione urbana ed un’equa politica fondiaria. Tali principi si traducono in una lottizzazione basata su una scacchiera regolare, formata da isolati quadrati con angoli smussati, che coprono tutta l’area pianeggiante (10km da est a ovest) fino alle pendici del Tibidabo, escludendo i preesistenti villaggi di Gracia (a nord) e di Sants (a ovest). L’unità base della scacchiera è un isolato con quattro lati di 113mt, smussati agli angoli ed una superficie complessiva di 12.370mq. La partizione dell’isolato in lotti, per la quale sono previste molte soluzioni, prevede sempre il mantenimento di uno spazio libero interno e di almeno un lato libero da edificazione. La città si articola in parti attraverso diverse aggregazioni di isolati residenziali e relativi servizi: un quartiere è formato da 25 blocchi (servito da una scuola, una chiesa, una caserma); un distretto è formato da quattro quartieri (100 blocchi serviti anche da un mercato); il settore è formato da quattro distretti (400 blocchi dotati anche di due parchi urbani, un ospedale, edifici amministrativi ed industrie). La città, nella previsione di Cerdà, è complessivamente composta da circa 1200 isolati. Oggi l’Eixample (=Ensanche in castigliano, =Ampliamento in italiano) misura 880 ha, con 550 isolati e 125 km di strade; 350mila sono gli abitanti residenti e in esso sono localizzati 300mila posti di lavoro e 50mila posti auto pubblici.
INTENSITA’ DI USO DEI SUOLI
La scacchiera è fondamentalmente lo strumento attraverso cui Cerdà vuole perseguire l’equità della politica fondiaria e quindi la omogeneità nell’intensità d’uso dei suoli. L’edificabilità è prevista inizialmente solo su due lati destinando il 65% della superficie del lotto a verde (ottenendo in tal modo una densità di 250 ab/ha). Già alla fine dell’Ottocento, però, la superficie edificata copre il 70% dello spazio disponibile del lotto, reso edificabile su quattro lati. Parallelamente la profondità costruibile aumenta da 20 a 28 mt. L’altezza delle costruzioni dagli iniziali 16mt raggiunge i 24.4mt, pari a 7 piani, oltre a quello terreno, più un attico ed un super attico, mentre il cortile interno è edificato fino a 4-5 mt di altezza. In questo modo si arriva ad ottenere oltre 250.000mc per isolato, passando dai 977ab/isolato di densità potenziale del periodo 1890-1940 ai 3087 ab/isolato effettivi del 1953. Il processo di densificazione è inesorabile fino al 1976, anno in cui il nuovo Piano General Metropolitano stabilisce degli standard (1944 ab/isolato) per adeguarsi ai quali bisogna iniziare un progressivo procedimento inverso di decongestione degli isolati.
LA RETE DI SUPERFICIE
La regolarità dell’impianto, scandita da ampie strade di 20mt, è animata da cinque diagonali, di grandezza variabile dai 60 agli 80mt, che si incontrano in una grande piazza destinata a diventare il nuovo centro urbano. Vengono individuate anche delle sezioni tipologiche ricorrenti strutturate con due fasce destinate ai pedoni, due alle carrozze ed una centrale per il trasporto pubblico su ferro. Vengono, inoltre, date indicazioni su come realizzare gli impianti tecnici per il gas, la distribuzione e lo smaltimento delle acque. Gli elementi di rottura della griglia regolare sono i tracciati ferroviari che seguono, in parte in sotterranea, raggi di curvatura a loro consoni e le grandi direttrici viarie (Gran Via del Les Corts Catalanes, Avinguida Diagonal, Paseig de Gracia, Avinguida del Parallel e Avinguida de la Meridiana), che, oltre a diversificare la ripetitività della maglia, e quindi ad agevolare l’orientamento, per dimensioni della sezione stradale o per giaciture diverse dalla ortogonalità della rete, hanno il ruolo di riammagliarsi con il territorio circostante.
MORFOLOGIA
Nonostante l’apparente rigidità dell’impianto illustrato, nella realtà dei fatti, la maglia dell’Eixample, oltre a comprendere numerosi isolati di forma particolare (spesso dovuta all’intersezione con direttrici diagonali), consente con diverse modalità di combinazione e di accorpamento di generare isolati multilpli (due, quattro o sei blocchi base), in grado di accogliere qualsiasi attrezzatura o servizio pubblico. La forma generale dell’Eixample mantiene ancora l’immagine originaria che lo definisce: quello che potremmo definire il tessuto morfologico conserva, malgrado gli squilibri dovuti alle predette densificazioni, una coerenza di impianto recuperabile. La strada e l’isolato sono gli elementi della trama e dell’ordito. L’isolato si è formato configurando tre tipi, tutti e tre derivati dalle proposte di Cerdà: edificazione periferica con cortile centrale; tracciato di un passaggio che attraversa l’isolato; occupazione totale di un edificio di servizio avente un organizzazione particolare. In virtù di questa sua matrice generatrice, l’Eixample oggi si configura dal punto di vista costruttivo come un vero e proprio repertorio di architettura, tra cui emergono degli esempi di elevatissime qualità a cominciare dagli edifici progettati da Gaudì.
Tratto da : http://www.cittasostenibili.it/industriale/industriale_Scheda_3.htm